Insegnare

Insegnare

tratto da: “L’Aikido possibile – Un passo sul tatami”  di Elena Gabrielli

Insegnare

“…Attraverso l’insegnamento si cresce insieme agli allievi, i loro errori permettono di comprendere i propri e sono lo stimolo per migliorare e progredire insieme.
Nelle pagine precedenti ho parlato dell’importanza degli esercizi di base e della necessità di fare proprie quelle acquisizioni preliminari che dovrebbero predisporre alla pratica dell’Aikido.
Ho cercato inoltre di indagare tutto ciò che riguarda l’aspetto propedeutico dell’allenamento, ma il cuore dell’Aikido, semmai si riuscirà a toccarlo, è cosa diversa.
Nell’intraprendere un’arte marziale s’inizia un percorso che non ha fine.

La via dell’Aikido è senza limite. lo non sono che me stesso e sempre un praticante. (Morihei Ueshiba)

Il processo dell’apprendimento non sempre segue un andamento lineare. Ci sono nel cammino di ognuno periodi di stasi durante i quali sembra di non progredire e poi, senza motivo od occasione apparenti, si fa un passo avanti.
Questo a volte delude il praticante impaziente ma le fasi dell’apprendimento nell’Aikido, come del resto in ogni arte marziale, sono molto dilazionate nel tempo.
Inoltre, andando avanti con gli anni di pratica non si acquisiranno nuove conoscenze, nel senso di scoprire tecniche nuove, ma si miglioreranno e si affineranno le capacità tecniche e la propria attitudine e, a poco a poco, aumenteranno le possibilita di aprirsi a nuovi stadi di conoscenza.

La figura del maestro ha una sua valenza nella vita di ogni praticante, così come l’allievo ha la sua importanza per il maestro. Senza allievi non esiste maestro.
Nel rapporto tra allievo e maestro c’è una continua alternanza. Un maestro è tale per i suoi allievi ed è allievo per il suo maestro. E’ un ciclo continuo. Se mettessimo fine all’alternanza, se un maestro smettesse di essere allievo, sarebbe fuori dal percorso e questa sarebbe una fine.
Altra figura rappresentativa di un’arte marziale è il principiante, chi consente all’arte marziale di non morire. I principianti che, anno dopo anno, si avvicinano alla pratica per la prima volta, sono coloro che permettono la divulgazione dell’arte e il proseguimento del do.
Senza i principianti, qualsiasi arte marziale invecchierebbe come i praticanti, sino a quando cesserebbe di esistere. Sono i principianti che con la loro pratica incontaminata riportano alla memoria di ognuno la propria storia e che, con la spontaneità di chi è inesperto, ci regalano tante volte ancora, un nuovo inizio”.

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